Una gara continua
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Una gara continua, alla fine poi, per essere tutti uguali e omologati

È una gara continua sul lavoro, sui social e a volte anche nella vita quotidiana. Una gara continua dove io non arrivo mai prima.

 

Fare, fare, fare e impegnarsi tanto per poi non ottenere nulla, tempo fa scrivevo da qualche parte che io, per ottenere meno della metà di quello che desidero, devo impiegare il triplo delle forze che mettono gli altri, per la stessa cosa, sarà quel famoso karma  che chissà dove è e che per colpa di quello zucchero che da piccola non hanno messo sul mio fiorellino che la mia fortuna e completamente emigrata su un altro pianeta.

Oggi mi sento sconfitta senza alcuna motivazione e lo scrivo lo dico e lo urlo perché dobbiamo, dovete finirla di raccontare sui social che la vita e tutta sorrisi make-up, viaggi e promozioni, la vita è soprattutto delusioni e tanti no, quelli che io ho ricevuto nel momento più importante della mia formazione da umana e molti i no che continuo a ricevere d’adulta.

Probabilmente i miei no sono dovuti al fatto che ciò per cui m’impegno e faccio non è per me ed è qui che inizia il giro del cane che si morde la coda.

- a: Da piccola cosa volevi fare?

- io: La ballerina

- a: L’ho fatta?

- io: No

- a: E cosa hai fatto?

- io: Nulla ho rinunciato senza nemmeno lottare

Scarpette ballerina

- a: Ma poi hai pensato di voler fare altro?

-io: Si certo?

- a: E cosa avresti voluto fare?

- io: avrei voluto seguire i corsi all’università di tecnica di comunicazione pubblicitaria e poi continuare gli studi all’estero.

-a: l'hai fatto?

-io: no

- a: perché?

-io: beh una storia lunga che per non deludere e voler far contenti altrui per non essere di peso mi sono delusa, e non ho avuto nemmeno il coraggio di oppormi, la mia educazione, reputo troppo ferrea mi ha portato a   ubbidire senza sindacare.

-a: e ora?

-io: ora accade che qualunque altra strada abbia intrapreso nonostante i risultati apparentemente ben visti, l’impegno profuso e i sacrifici che ho sentito sulla mia pelle, non va mai bene e non arriva mai alle mie aspettative, ma resta in un limbo di – puoi fare di più – fine della storia.

Tutto ciò, per me comporta tuttora un continuo sentirsi inadeguati, pensare di aver dato impegno e dedizione a qualcosa che puntualmente mi disattende ed io ricado in un continuo rimettermi in discussione.

Ovviamente le frasi fatte citerebbero – ma sei quel che sei grazie a quello che hai vissuto-

Appunto sono quel che non volevo essere quando da piccola sognavo di volteggiare sulle punte e indossare il tutù rosa e una calzamaglia color carne, ho poi adeguato il sogno di bambina con uno da adulta e sognavo di andare finalmente a studiare in una città che sentissi meno prigione della mia di studiare per conoscere e sviluppare ciò che sento più mio, la comunicazione.

La comunicazione, il parlare lo scrivere il raccontarsi è questo quello che mi fa stare in pace con me e connessa con il mondo libera di muovermi senza regole ma con rispetto, comunicare per conoscere scoprire e imparare.

Al momento resto una bambina spaesata che non so mai che strada prendere  e che da adulta  cuce  renne natalizie.

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