Vi siete mai chiesti cosa si nasconde dietro le mura di Erice?
Quando venivano le cugine di papà dalla Francia, lui le passava a prendere in auto ed entusiasta le portava a Erice, come se fosse dietro l’angolo, ma mio padre conosceva quelle strade molto bene e quella salita ripida e piena di dirupi si trasformava in una passeggiata di racconti fantastici e panorami mozzafiato.
Non le conto più le volte che sono andata a Erice, una nota fresca durante l’estate rovente, che diventa una tappa fissa per chiunque villeggia nelle zone intorno, dove la frase “andiamo a fare una passeggiata a Erice” è una delle più ricorrente alla fine di una giornata di mare. Mio padre aveva una predilezione per i racconti storici soprattutto quelli che riguardavano il territorio e lui lo conosceva molto bene, la storia soprattutto, quella antica era una sua passione.
Trascorrevamo tutto il tragitto per arrivare a Erice a sentirlo raccontare l’avventura della guerra Punica, affascinato dalla storia, raccontava ogni dettaglio con fermezza, entusiasmo come se lui fosse stato proprio li.
Erice, una città millenaria
Ed è proprio durante la prima guerra Punica, che Erice, contesa tra Cartaginesi e Siracusani fu fortifica e conquistata dai Romani che decretarono parte del trasferimento della popolazione a valle per fondare Drepanon, oggi Trapani. Per i romani, Erice era uno dei centri più importanti per venerare la Venere Ericina, una Dea romana che assomigliava ad Afrodite
Citata da Virgilio nell’Eneide, secondo Tucidide, Erice , dal greco antico Eryx, fu fondata dagli esuli troiani, in fuga nel Mar Mediterraneo e trovato il posto ideale per viverci si unirono alla popolazione dando vita al popolo degli Elimi.
La storia di Erice prosegue dagli arabi agli spagnoli fino ad arrivare ai giorni nostri, racchiude in sé tantissima storia antica e accadimenti tragici che ne hanno intriso la cittadina. Durante il periodo della dominazione spagnola sono da ricordare alcuni tumulti popolari assai feroci, a causa delle politiche autoritarie, le rivolte vennero repressa con durezza ed Erice divenne la rocca da cui scaturivano le azioni belliche. La città fu colpita anche dalla peste.
La cittadina era principalmente dedicata alla vita monastica, con numerosi monasteri fondati da facoltose famiglie locali. La ricchezza delle famiglie caratterizza la vita cittadina che partecipavano alla conduzione del potere e che hanno lasciato testimonianza della loro vitalità attraverso i palazzi e i borghi . La città conserva il fascino di una cittadina medievale, che può essere rivissuta camminando fra le strade di ciottoli. Erice per lo più è una cittadina pedonale caratterizzata da casali antichi, archi, chiese e cortili con balconi e ringhiere in ferro pregiate e decorati, con vasi di geranio e gelsomino, regalando un intreccio di salite e vicoletti medievali in cui perdersi, scoprendo angolini freschi e con viste meravigliose
Da visitare, Erice, tra arte e natura
Mura Poligonali. Arrivando a Erice per prima cosa, vedrete le Mura Poligonali che delimitano gli antichi confini della cittadina. Sono del periodo elimo-fenicio-punico, sono un aspetto fondamentale della cittadina in quando da esso è possibile già comprenderne quanti secoli di storia e racchiusa in essa. Sembra quasi che la storia sia racchiusa nelle pietre che formano le mura e queste lentamente le sussurrano come un bisbiglio lontano.
la Torre Campanaria sulla grande piazza della scalinata della Matrice. La Torre fu realizzata da re Federico III . Il Campanile del Real Duomo si trova di fianco alla Chiesa. Salite fino in cima, percorrendo tutti i 101 scalini e osservate verso il mare, dalle saline di Trapani a Favignana e Levanzo, uno scenario che regala brezza di mare e odore di sale, un’ esperienza che vi darà vitalità e vigore.
Il Castello di Venere. Di origine Normanna del XII secolo, sorge su una rupe isolata all’angolo Sud. Il Castello di Venere è stato costruito sulle rovine di un tempio Elimo Fenicio-romano. Di fianco al castello trovate le torri del Balio e i giardini in cui fare una sosta e godere del verde tipico di questo territorio.
Torretta Pepoli. La Torre è realizzata per accogliere amici letterati del tempo del mecenate Agostino Pepoli, fu proprio lui l’ideatore dello stile architettonico che richiama modelli moreschi, ma ha architetture medievali che si collegano leggermente al liberty.
Potete visitare Inoltre, diverse Chiese sul percorso turistico per ammirare gli interni.
Cose da fare a Erice
Perdetevi fra le stradine i vicoli, gli archi, i ponti e i bagli, fermatevi a immaginare la vita di un tempo, sedetevi fra gli scalini dei palazzi e allungate lo sguardo giù verso il mare, la sensazione sembra che il tempo sia fermo tutto intorno , sentite il sole e il mare e percepirete la storia che ha attraversato questo luogo, non mancheranno vasi di geranio sparsi sui davanzali .
Fermatevi per una sosta presso la Pasticceria Maria Grammatico per gustare la pasticceria Ericina, anche questa pasticceria contiene una storia.
Le donne a quel tempo e in questo luogo sono state plasmate dalla guerra e dalla vita in convento. Maria Grammatico al tempo di guerra nel 1940 rimasta orfana di padre viene mandata al Convento San Carlo, li conoscerà il mondo della clausura, ma anche le arti della pasticceria dei conventi, questo per lei fu un po' la salvezza di quel aspro periodo. Dopo 15 anni, con l’aiuto dei fratelli e della madre decise di aprire un piccolo laboratorio dove sperimenta tutte le arti di pasticceria che aveva appreso in convento. Presto il suo nome fu associato alla tradizione pasticcera ericina e trapanese. La pasticceria Grammatico è un must di Erice conosciuta in tutto il mondo, non c’è turista o siciliano che non abbia mai mangiato uno dei loro pasticcini.
Da provare la genovese alla crema, un dolce tipico di frolla, ripieno di crema di ricotta e zucchero a velo sulla parte superiore, ma non sono da meno tutti i tipici dolci e biscotti della tradizione, come i mustazzoli biscotti tipici realizzati nei conventi e infine i bocconcini di Erice, dolcini di pasta reale con ripieno di marmellata di cedro al liquore. Potete gustare il dolce scelto nel giardino interno, rivivendo un po' la quotidianità dei tempi antichi fra cortili e i terrazzi con le piastrelle di ceramiche soleggiati e pieni di vasi di fiori.
Erice sembra quasi un luogo magico, un borgo suggestivo con panorami incantevoli che oltre ai dolci Erice racconta anche tradizioni artigianali come tappeti e ceramiche. Le Ceramiche, come nella maggior parte dei paesi siciliani, sono ad ogni angolo, ricordo con estremo piacere le lune di ceramica. La ceramica Ericina è elegante, realizzata esclusivamente a mano con tecniche che risalgono al XV secolo, e dà vita a oggetti di uso quotidiano, ma anche a manufatti più ricercati che sono delle vere opere d’arte. Dopo la guerra, alcuni abitanti per risollevarsi dal periodo buio e grazie ad una affermata tradizione della lavorazione della ceramica, tramandata in Sicilia nel corso dei secoli, avviarono ad Erice dei laboratori artigianali per la produzione di ceramiche, secondo le tecniche tramandate da anni, decorate esclusivamente a mano, con colori tenui e uno stile tutto nuovo e originale, dando così vita alla Ceramica Ericina realizzano diverse forme ma con colori tenui sempre in perfetta armonia tra di loro.
Tappeti ericini. Tantissime tempo fa diverse donne a Erice tessevano nelle loro case creando dei veri e propri capolavori, i tappeti o detti trappite, una tradizione di madre in figlia ma che purtroppo non viene più tramandata e sono pochissime le donne che ancor oggi si cimentano in quest'arte, proprio per questo è ancora più affascinante e preziosa. Sul telaio vengono disposti una serie di fili paralleli attraverso i quali si fanno passare delle strisce di stoffa che, molto spesso sono scarti di altre lavorazioni. Un intreccio di colori e motivi geometrici, spesso a zig-zag, quasi a ricordare la pianta della citta Ericina con i suoi vicoletti tortuosi e intrecciati.
Come arrivare a Erice
Potete raggiungere il borgo medievale di Erice in auto, attraversando una strada tortuosa e ripida ma che mostra dei panorami unici. Ricordate che l’auto non può circolare nel paese, per cui dovete lasciarla a uno dei parcheggi adibiti appositamente in vari punti di accesso. Il più vicino è quello di Porta Trapani , ma per visitare i punti indicati poi dovrete fare una bella camminata in salita, se volete evitarvi la lunga camminata fino a tempio di Venere potete parcheggiare al Parcheggio Erice , proprio all’ingresso del giardino Balio sempre in salita ma più vicino dal primo parcheggio.
Oltre che in auto, dal 2005 è collegata con la valle da una cabinovia, lungo un tracciato che riprende il percorso della vecchia funivia, partenza a valle lato Trapani il viaggio dura circa 10 minuti e offre una suggestiva vista panoramica sulla provincia di Trapani, la cabinovia vi lascia ai piedi di Erice.
Erice è un po' una meta del cuore per me, ripercorrerla in questo racconto significa ripercorrere ricordi di momenti felici del passato, ricordi preziosi che si uniscono alla storia della stessa cittadina come un filo sempre vivo. È un modo per rivivere i racconti di mio padre, che in vita sua ha elargito con esagerata generosità, estremo entusiasmo e con una vitalità che fa in modo tutt’ora che lui continui a vivere nel mio cuore vigorosamente.
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